ARPER
La leggerezza fatta design
La leggerezza fatta design. Potrebbero essere riassunte così le caratteristiche dei prodotti Arper. Quasi il frutto di una creazione lieve, spontanea, in realtà il risultato di un pensiero forte e coerente, di investimenti nella ricerca, di tecniche di produzione all’avanguardia, di una particolare attenzione alla sostenibilità ambientale, all’ergonomia e ai dettagli, alle persone –soprattutto- che utilizzeranno questi prodotti.
Arper ha la sorprendente capacità di “vestire” qualsiasi contesto in modo sempre nuovo, elegante e confortevole: tavoli, sedie, sgabelli, divani, poltrone, pannelli fonoassorbenti che definiscono spazi e ne articolano di nuovi…
Prodotti che personalizzano indifferentemente il contract, i luoghi del lavoro o quelli più intimi della residenza, sapendo che la qualità degli spazi che abitiamo ha influenza su tutto: sulla salute e sul nostro essere produttivi, sulla creatività, sulla collaborazione e sul piacere di stare insieme.
Armonia, sintesi, rigore formale, senso del colore, rispetto per l’ambiente sono i valori con cui Arper si identifica. Valori che sono estesi dal product design alla cultura aziendale, e oggi interessano l’intero sistema di comunicazione integrato. Un progetto sviluppato in collaborazione con le agenzie 2×4 di New York e lo studio Lievore Altherr Molina di Barcellona.
La giuria del più importante premio di design – a livello internazionale – assegna alla Brand Identity Arper la Menzione d’ Onore Compasso d’Oro ADI, insieme ai molti altri riconoscimenti e Compasso d’Oro per i tanti loro prodotti.
Foto: Arper
Sito web: https://www.arper.com
Vittoria Ribighini racconta Arper
Come definire Arper?
Se provo a immaginare uno spazio fatto di leggerezza, naturale eleganza, design semplice e insieme “unico” non posso che pensare ad Arper.
Penso a quello che certe forme, e non altre, sono in grado di comunicare, alla sensazione di benessere nel vivere certi spazi che si relazionano con queste forme, al piacere di toccarle, alle sue linee fluide, confortevoli nell’accoglierti e ai tanti possibili colori che si ispirano al mondo naturale. Penso all’atteggiamento con cui Arper si pone di fronte al tema della sostenibilità ambientale.
Anche qui non c’è nulla di “gridato” non c’è autoreferenzialità, ma un atteggiamento responsabile di ricerca, confronto, idee, impegno intellettuale, economico e infine di progettazione per possibili soluzioni a un problema che sempre più ci investe e chiede risposte. Design per la sostenibilità, serio, concreto, vero!
Un mondo interessante questo di Arper…
Provo un affetto particolare per questo brand perché ne condivido ampiamente i valori, il pensiero e la poetica, quel modo leggero, spontaneo, di equilibrio nel realizzare un oggetto restituendone l’essenziale: la bellezza della sintesi, che unisce più livelli di significato in un’unica forma.
Mi viene in mente “Catifa”, la sedia stra-copiata, stra-venduta, Compasso d’Oro per il design e icona di versatilità.
Questa seduta unisce in sé il pensiero che l’ha generata, una tecnologia raffinata, la preziosa abilità della mano dell’uomo, la sensibilità e il rispetto verso il nostro pianeta. Il suo profilo ricorda un tappeto in balia del vento, che inizia a muoversi prima di prendere il volo. L’idea da cui nasce è negli antichi racconti che i viaggiatori, lungo la Via della Seta, si facevano seduti sui tappeti. E mentre riposavano, fantasticavano di poterli usare come mezzi di trasporto per andare da un luogo all’altro. Il paragone è anche letterale – in Catalano, Catifa significa tappeto.
Come nasce un prodotto Arper?
L’immaginazione è fondamentale, viene poi il gesto creativo, la concretezza.
Per Arper c’è sempre e comunque un assunto di base “ il mondo è una rete di sistemi viventi che interagiscono costantemente fra loro…”.
Allo stesso modo il design di qualità non può che essere dialogo, armonia fra le parti, funzionalità, sostenibilità; deve essere in relazione con uno spazio, un luogo, un ambiente, una cultura.
In questo la natura è una notevole fonte di ispirazione ed è proprio dalla natura che alcune forme traggono la forza della loro identità concettuale.
Un esempio per tutti Leaf una seduta che riprende le venature di una foglia, pensata per l’esterno ma perfetta anche negli interni. Bellissima!
Qualche altro esempio di creatività?
Il tavolo Aeeri, un singolo foglio in acciaio piegato che rimanda all’aspetto giocoso, sereno del vivere. Viene istintivo pensare a un origami o a quegli aeroplanini di carta che tutti noi bambini abbiamo costruito, con cui abbiamo giocato e che, stupiti, guardavamo volare. Aeeri parte da qui, da un gioco e dalla volontà di offrire un prodotto molto resistente ma visivamente leggerissimo, capace di stupirci allo stesso modo dell’aeroplanino.
E poi Saya, una sedia ispirata all’ambiente domestico, in multistrato di legno, per esprimere al meglio le sensazioni di calore e vita. Ricorda un abbraccio o anche un animaletto con quattro zampe e il collo curvo (è in rete il video di un cerbiatto che stiracchiandosi, curvandosi, si trasforma in Saya. Delizioso!)
L’elenco è lungo… il divano presentato all’ultimo Salone del mobile, Shaal, potrebbe essere un cesto con tanti cuscini dove tuffarsi, dove sentirsi coccolati. Una culla?
Chiudo con un’immagine presa da un’intervista allo studio Lievere Altherr Molina pubblicata nel 2012: “Il design di qualità è per sempre. Pensiamo a una semplice ciotola intagliata nel legno, realizzata in una qualsiasi parte del mondo. La sua forma richiama l’immagine di due mani che si uniscono per permetterci di bere. Esiste qualcosa di più universale?”
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